sabato 1 novembre 2008

dopo tanto tempo....



Oggi ho sentito il bisogno di rileggere un vecchio diario...


Dal diario del 1982…

Presa dai miei pensieri, seguivo un sentiero senza meta… In quel tragitto mi chiedevo il perché ero lì e cosa mi suscitavano i suoni, la natura e quel che incontravo. Mi sono trovata ad immaginare che… Un giorno un uomo vagava per un sentiero senza meta: non sapeva dove si trovava né che nome avesse la sua meta, ma sapeva che quello era il giusto sentiero. Nel silenzio interiore procedeva, ma, ad ogni passo che avanzava, trovava sassi, sterpi, rovi , precipizi, alberi, fiori, animali, fiumi e sopra ad loro il sole, il cielo e i suoi abitanti. Non poche volte l’uomo ebbe paura e non poche volte fece qualche passo indietro. Ritornando indietro incontrò il sasso che aveva preso a calci, il rovo che aveva cercato di estirpare, l’albero che lo aveva protetto, l’animale che aveva indicato la via e accompagnato, il fiume che l’aveva dissetato e così via… Ritrovando tutto ciò l’uomo ebbe l’intuito,ebbe la giusta risposta, riebbe la spinta. Se la pietra non si fosse trovata nuovamente sul suo cammino e non gli avesse fatto ancora male, l’uomo non avrebbe avuto l’opportunità di risentire ciò che la pietra gli fece capire prima, e così tutto ciò che ritrovò tornando indietro. Tutto quel che trovò avanzando e gli parlò lo ritrovò retrocedendo. Ognuno parlò allo stesso modo e tutti con il proprio linguaggio dissero e ripeterono la stessa cosa: ”Perché osservi solo chi ti sta in basso e giudichi, da come si presenta, se è valido o no e invece non alzi lo sguardo in alto, non senti il canto del bosco, il soffio del cielo, il mormorio della fronda e l’urlo della pietra? Perché ritieni bene o male ciò che ti è comodo e non ciò che è GIUSTO? Perché ti sgomenti, cedi e torni indietro? Avevi detto di aver udito se lo avessi fatto realmente non ci faresti ripetere, ma avresti capito e saresti molto più avanti nel sentiero. So che vuoi continuare, so che conosci il tuo cammino e a quale meta ti porta e a quale ricompensa, quindi affrettati, apri il tuo cuore a questo dire, muovi i tuoi passi lasciandoti trasportare dal vento, schiudi i tuoi occhi e saprai quale VITA è in te”. Così parlarono le cose, così parlò il bosco, le piante, così mormorarono le fronde,
così si prodigò il fiume, così urlò la pietra! L’uomo comprese? Il sole più lucente di prima, il cielo più infinito di prima, gli abitanti del cielo più spendenti di prima s’inchinarono alla natura che, saggiamente, aveva ripetuto l’insegnamento e indicarono all’uomo il cammino. Questa è la favola dell’uomo, del sentiero e del cielo. Quando cammino e inciampo cerco riprendere in mano il mio diario rileggo la favola e dico a me stessa che solo così potrò vincere e raggiungere la meta.

plejades

sabato 31 maggio 2008

domenica 18 maggio 2008

venerdì 16 maggio 2008

Pensieri ed emozioni

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